
I faraglioni di Aci Trezza hanno sempre affascinato poeti e scrittori per questo sono diventati degli ambienti importanti per poemi e romanzi.
Sono dei luoghi affascinanti che emozionano e fanno sognare chi li visita.
I faraglioni sono delle rocce maestose, uniche e rare, che nascono in mezzo al mare della Sicilia ad Aci Trezza, una frazione di Aci Castello in provincia di Catania, un borgo marinaro che si affaccia sul mar Ionio.
Qui si trovano le isole Ciclopi, un piccolo arcipelago formato da faraglioni e scogli immersi nelle acque.
Sono tanti i miti e le leggende che nascono proprio da qui in cui i faraglioni fanno da sfondo.
La loro origine è legata all’ira del ciclope Polifemo che, accecato da Ulisse, avrebbe scagliato le rocce in mare contro l’eroe greco per evitare che questo fuggisse.
Questa storia viene raccontata nel nono libro dell’Odissea.
I faraglioni, fantasia a parte, sono opere della natura meravigliose scolpite per migliaia di anni dal vento e dalla pioggia che fanno parte di un’area marina protetta, composta dall’Isola Lachea, dai faraglioni ed altri quattro scogli disposti ad arco.
Oltre la leggenda di Polifemo, la loro origine è riconducibile alla prima delle quattro fasi dell’evoluzione del vulcano Etna, un’intensa attività vulcanica iniziata circa mezzo milione di anni fa.
Nella Riviera dei Ciclopi oltre i faraglioni ci sono molti altri scogli e ad ognuno è stato dato un nome per via delle loro forme: lo scoglio “Testa del Mostro”, lo “Scoglio dei Tuffi” perché da qui amano gettarsi in mare, “Scoglio delle cozze” e il “Letto della Zita”, dove i bagnanti amano sostare.
Troviamo anche l’Isola Lachea legata alla leggenda dell’amore non corrisposto di Polifemo per Galatea, figlia di Nettuno.
Galatea era una bellissima creatura del mare innamorata del pastorello Aci con il quale si vedeva ad ogni tramonto.
Polifemo, geloso dei loro incontri, scagliò un masso contro il pastore uccidendolo.
Il grande sasso rotolò in mare formando l’Isola degli Dei, che commossi dal dolore provato da Galatea, trasformarono Aci in un fiume e la ninfa in schiuma del mare per abbracciarsi in eterno.
Molti scrittori e poeti sono stati ispirati da questo luogo, un esempio è Giovanni Verga che rimasto affascinato da tanta bellezza decise di ambientare la storia dei pescatori dei “Malavoglia” proprio ad Aci Trezza.
I visitatori ad Aci Trezza hanno la possibilità di fare delle lunghe passeggiate dentro il piccolo paese, usare delle barche per andare al largo ed ammirare da vicino gli scogli dei Ciclopi, praticare lo snorkeling e fare delle immersioni in acque pure e cristalline.