Il termine epifania è di origine greco che significa “manifestazione”, “apparizione”.
Era utilizzato per indicare la salita al trono di un imperatore.
Il Cristianesimo lo utilizza per indicare l’incontro dei Magi con Gesù mettendo in evidenza la sua regalità spirituale.
Nei Vangeli i Magi non vengono presentati come re, ma come uomini saggi venuti dall’Oriente con riferimento a tradizioni religiose della Persia e della Mesopotamia, dove era diffuso lo studio degli astri.
La parola “Magi” deriva dal greco e significa astrologi.
Il messaggio di Gesù è rivolto non solo agli ebrei, ma a tutta l’umanità e quindi anche ai seguaci delle altre culture e religioni.
Il numero dei Magi non è indicato nei Vangeli, ma appare nelle omelie sull’Epifania di papa Leone Magno che invitò tutti i popoli ad adorare Gesù come fecero i Magi che offrirono “l’incenso a Dio, la mirra all’uomo, l’oro al re” per ricordare che Gesù è al tempo stesso Dio, re e uomo mortale.
L’oro adornava le vesti dei sovrani, l’incenso veniva offerto alla divinità, e la mirra veniva utilizzata nelle cerimonie di sepoltura dei defunti.
Nei secoli successivi alcuni racconti trasmessi dai Vangeli cosiddetti apocrifi attribuiscono ai Magi i nomi di Gaspare (re degli arabi), Melchiorre (re dei persiani) e Baldassarre (re degli indiani).