Il Natale è il periodo per antonomasia più coinvolgente e magico di tutto l’anno. Per i cristiani il Natale rappresenta uno dei punti cardine legati alla fede: la nascita di Gesù il Salvatore dell’umanità. Vista l’importanza che ricopre questa ricorrenza in tutto il mondo nel corso dei secoli sono nate anche tante usanze e leggende. Di seguito una carrellata delle più significative.
La leggenda del Panettone
Era un giorno di festa con numerosi invitati e nelle cucine c’era un grande via vai. Sulle tavole imbandite vennero servite le prime portate: carni arrostite, cacciagione, pollame, tutto accompagnato da canti, risate, musiche e giocolieri. Ma nel frattempo nelle cucine il capocuoco era disperato perché il dolce preparato con tanta cura era riuscito male e nessuno sapeva come rimediare.
Allora uno ragazzino di nome Toni non si perse d’animo, si rimboccò le maniche e impastò in fretta un pane a base di farina, lievito, uova, burro, zucchero, frutta candita e spezie. Quando stava per infornare il pane, scoprì un barattolo pieno di uvetta e aggiunse anche quella.
Mentre nelle sale venivano serviti gli ultimi piatti, il pane nel forno lievitava diffondendo un delizioso profumino. Arrivò il momento di servire il dolce e Toni e il capocuoco erano preoccupati, perché se il dolce non avesse avuto successo le conseguenze sarebbero state disastrose.
Ma tutto fu un successo, infatti gli invitati chiesero al padrone di casa di voler conoscere l’autore di quel dolce. Toni, timido e confuso, venne spinto in sala dove fu accolto dagli applausi e così Ludovico il Moro potette sapere il suo nome.
Da quel momento in tutti i banchetti di Ludovico sarebbe stato servito il “pan di Toni”. Con il nome di “panettone” il dolce ha fatto il giro del mondo.
Leggenda di Rudolph: la renna con il naso rosso
Una leggenda moderna nata negli Stati Uniti è quella della nona renna, inventata negli uffici della Montgomery Ward (una grande catena di magazzini americani) nel 1939. Tra le renne di Babbo Natale, Rudolph è quella più particolare perché dotata di un buffo naso rosso scintillante.
Leggi anche: Chi era il vescovo buono dal nome Nicola
Ma questa piccola renna, derisa dal proprio branco per colpa di questa stranezza fisica, si rivelò di grande aiuto per Babbo Natale. La leggenda narra che grazie proprio alla luce del suo naso Babbo Natale riuscì a consegnare tutti i regali ai bambini in una notte di Vigilia molto fredda e nebbiosa.
La leggenda di Santo Stefano
Tra i pastori che erano accorsi ad adorare Gesù Bambino c’erano anche delle donne che avevano portato con sé i loro bambini perché Gesù li benedicesse. Tecla era una giovane sposa che non aveva figli, ma desiderava averne uno, così, per non sentirsi mortificata davanti alle altre che stringevano al petto i loro bambini, avvolse una pietra in fasce, con il copricapo proprio come se fosse un bebè, e si recò alla grotta.
Quando vide Gesù, così bello e sorridente, fu presa dalla commozione e si mise a piangere in ginocchio davanti la grotta. Quando si alzò Maria, che aveva letto nel suo cuore e che aveva capito il suo inganno innocente, le chiese che cosa stava portando in braccio, e Tecla rispose che stava allattando un maschietto.
Allora Maria le disse che poteva scoprirsi il seno e allattare suo figlio perché il suo desiderio è stato esaudito: infatti la pietra diventò un bimbo. Tecla rimase meravigliata per il miracolo che era stato compiuto su di lei. Aveva tra le braccia il suo primo figlio.
Maria, infine, le disse pure che il bambino è nato da una pietra e a colpi di pietra troverà la sua morte. La profezia si avverò, il bambino si chiamò Stefano, divenne un discepolo di Gesù e fu anche il primo cristiano a subire un martirio con la lapidazione.
Per questo il giorno dopo di Natale festeggiamo questo santo nato da una pietra: Santo Stefano primo martire di Cristo.
Ti potrebbe interessare: Le migliori app per festeggiare il Natale
La leggenda del pettirosso
Un piccolo uccellino marrone divideva la stalla a Betlemme con la Sacra Famiglia. Una notte, mentre la famiglia dormiva, vide che il fuoco si stava spegnendo e pensò al freddo che avrebbe sentito il bambino.
Allora spiccò il volo e si posò accanto alla brace. Cominciò a battere le ali facendo aria sui pezzi di legno e carbone in modo che riprendessero ad ardere. Così il piccolo petto dal colore bruno dell’uccellino diventò appunto rosso per il calore e a seguire delle scintille roventi volarono dalla brace che gli bruciarono le piume del petto. Alla fine continuò a battere le ali fino a quando la legna si riaccese di nuovo.
Il cuore del piccolo uccellino si gonfiò di orgoglio e di felicità quando il Bambin Gesù sorrise sentendosi avvolto dal calore. Da quella notte il petto del pettirosso rimase rosso, segno della sua devozione a Gesù.
La leggenda del bastoncino di zucchero
Il bastoncino di zucchero dal gusto di menta è un altro simbolo del Natale. La leggenda narra che un pasticcere lo creò per ricordare Gesù. Il bastoncino racchiude molti significati: è composto da caramello solido perché Gesù è la roccia solida su cui sono costruite le nostre vite; per alcuni la sua forma a “J” sta per Jesus, mentre per altri è la forma di un bastone da pastore, perché Gesù è il nostro pastore.
Anche i colori rappresentano Gesù: il bianco è la purezza quindi l’assenza di peccato, mentre la striscia rossa rappresenta il sangue di Gesù versato a causa dei peccati del mondo. Il sapore è di menta che è simile a quello di una pianta aromatica usata anticamente per purificare e sacrificare.
La leggenda delle palle di Natale
A Betlemme esisteva un’artista di strada molto povero che non aveva nemmeno un regalo per Gesù Bambino. Decise di andare alla grotta per andarlo a trovare e gli venne un’idea, cioè di fare quello che riusciva a fare bene facendo ridere il bambino: il giocoliere.
Da quel giorno per ricordare le risate di Gesù si appendono delle palline colorate all’albero di Natale.
La leggenda della Rosa di Natale
La Rosa di Natale è una pianta che fiorisce nei mesi invernali, soprattutto a dicembre. Il fiore è formato da cinque petali di colore bianco e può raggiungere circa trenta centimetri di altezza.
La figlia piccola di un pastore era intenta ad accudire il gregge del padre vicino Betlemme, quando vide degli altri pastori che camminavano verso la città. Si avvicinò e chiese loro dove andavano. I pastori risposero che quella notte era nato il Bambin Gesù e che stavano andando a trovarlo portandogli dei doni.
La bambina voleva andare con loro ma non aveva un dono da portare. Così quando i pastori andarono via, lei rimase sola e triste cadendo in ginocchio piangendo, senza sapere che un angelo guardava la sua disperazione.
Quando abbassò gli occhi vide che le sue lacrime divennero delle bellissime rose di un colore rosa pallido.
Dalla felicità, le raccolse e partì verso la città potendo regalare un mazzo di rose a Maria come regalo per il figlio appena avuto. Da allora a dicembre fiorisce questa rosa per ricordare a tutto il mondo il semplice regalo fatto con amore dalla giovane figlia del pastore.
La leggenda della Stella di Natale
In un villaggio messicano viveva una bimba di nome Altea. La notte di Natale tutti andarono in chiesa con un piccolo dono per Gesù, ma lei non potette perché non aveva nulla da donargli. Le apparve un angelo che le chiese perché fosse così triste e la bambina rispose che non aveva nulla da portare a Gesù. Ma l’angelo le disse che poteva portare il suo amore per Gesù, una cosa molto importante.
Doveva anche raccogliere dell’erba e delle foglie che crescevano ai bordi delle strade e fare un bel mazzo per portarlo in chiesa. Altea ubbidì e sistemò quel mazzo davanti all’altare. Mentre la bambina pregava il mazzo si trasformò in una bellissima pianta con le foglie verdi e rosse.
La leggenda dell’agrifoglio
Un bambino orfano viveva con alcuni pastori quando degli angeli apparvero annunciando la nascita di Cristo. Mentre camminava per le vie di Betlemme fece una corona di rami d’alloro per il Bambin Gesù. Quando la sistemò davanti al neonato re, l’orfanello si mise a piangere perché si vergognò del suo dono.
Allora Gesù toccò la corona facendo in modo che le sue foglie brillassero di un verde intenso e le lacrime divennero della bacche rosse. Da quella notte l’agrifoglio viene regalato in segno di augurio alle persone care.
La leggenda dell’abete di Natale
Con l’arrivo dell’inverno i taglialegna cominciarono ad abbattere gli alberi e tagliarli a pezzi da bruciare nei camini. I faggi erano i primi ad essere tagliati, poi i castagni, i pini e i larici con la loro gioia perché erano felici di trasformarsi in fuoco e calore.
Era rimasto solo un piccolo abete, alto quanto un uomo, con il tronco esile e storto che veniva insultato da tutte le specie di alberi. Così il povero abete rimase solo a piangere nel gelo dell’inverno.
Una notte un angelo lo sentì piangere e per non farlo soffrire più lo riempì di luci scintillanti, mise sulla sua sommità una stella d’oro e lo avvolse in un chiarore fatato.
Il mattino dopo tutti i bambini corsero a guardarlo da vicino e rimasero incantati, così i taglialegna lo portarono via con tutte le radici per piantarlo in un grande vaso nella piazza del piccolo paese in modo che tutti potessero vedere le sue decorazioni luminose. Così quell’abete portò la luce e la gioia agli uomini.